sabato 7 febbraio 2009

LA SHOAH DELLE DONNE


VOCI FEMMINILI DALL'INFERNO DEI LAGER E DELLE PERSECUZIONI NAZISTE
Oggi, 27 gennaio, Giornata della Memoria, vogliamo segnalare la testimonianza di donne vittime della follia nazista. Di alcune, la loro storia ci è giunta postuma, mentre altre sono riuscite a trasmettere di persona la loro esperienza. Racconti al femminile dunque, perchè ci aiutano a immaginare i diversi modi nei quali gli uomini e le donne risposero all'assalto nazista. Perchè l'esperienza di donne in condizioni di estrema vulnerabilità rivela il loro coraggio, il loro apporto alla resistenza armata nei ghetti, la peculiarità delle loro sofferenze. Perchè fu una donna che dal campo di Westerbork, prima di entrare per sempre ad Auschwitz, scrisse "Trovo bella la vita e mi sento libera".

SOPRAVVISSUTE PER TESTIMONIARE
"Tredici anni spauriti" di Liliana Segre. In una dettagliata intervista racconta la propria esperienza ad Auschwitz-Birkenau. Donne e conoscenza storica.

"Signora Auschwitz" di Edith Bruck. Scrittrice ungherese deportata a quindici anni nei lager: siamo sopravvissuti per testimoniare. Shalom.

"Le mie nove vite" di Carola Cohn. Deportata a Terezin e, successivamente, ad Auschwitz e Mauthausen. Diamo un futuro alla memoria.

"Il silenzio dei vivi" di Elisa Springer. Non si può descrivere Auschwitz, non ci sono parole che possano bastare! Centro Documentazione Educativa.

"Fa' che io non divenga fumo" di Liana Millu. Venne il funesto 1938, con le leggi razziali; poi la guerra e poi venne Auschwitz. La memoria della Shoah.

"I disegni di una bambina" di Helga Weissova. "Disegna ciò che vedi", furono le parole di mio padre a Terezin. Istituto Comprensivo di Calcinate.

"Acqua nera e bucce di verdura" di Nuska Hoffman. Reduce del campo di lavoro nazista di Trautenau. Cento domande per non dimenticare. ITG "Nottolini".

"Da Bologna a Ravensbruck" di Nella Baroncini. Superstite di una famiglia italiana deportata perchè stampava ciclostili antifascisti. Testimonianze dai lager.

"Lieto fine, libertà e confetti" di S. Wera. Insieme alla Liberazione, il matrimonio con l'italiano che l'aveva aiutata al campo di lavoro di Maingazen. Schiavi di Hitler.

Ricordiamo infine le parole dense di coraggio e di speranza di Etty Hillesum, una donna che seppe dare un grande messaggio d'amore dall'inferno della deportazione: "Ho il dovere di vivere nel modo migliore e con la massima convinzione, sino all'ultimo respiro".

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