sabato 7 febbraio 2009

COMMENTA LA CAMPAGNA DI TOSCANI CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE


L’immagine ritrae Mario e Anna, un bambino e una bambina, nudi, innocenti.
Mario è bellissimo, gracile, capelli neri, occhi azzurri. Oggi è un tenero bambino, eppure è già marchiato. Sotto la sua immagine appare una scritta choc, un verdetto sul suo futuro di maschio adulto: carnefice. Anna è paffutella, bionda, simpatica.
Sotto di lei, un’altra scritta anticipa un destino molto femminile: vittima. È la provocazione che il fotografo Oliviero Toscani ha scelto per affrontare il tema della violenza contro le donne, aderendo alla campagna lanciata da Donna Moderna.
La fotografia, nell’intento dell’autore, vuole indurre a chiedersi: “come è possibile che un essere umano tanto puro e innocente all’origine, potrà un giorno scagliarsi con violenza contro una donna?” L’intervistatrice di Donna Moderna chiede a Oliviero Toscani se, a suo avviso, un uomo violento sia tale perché figlio di una “cattiva madre”. Il fotografo risponde:"Nella stragrande maggioranza dei casi, sì. E vorrei che le madri ne fossero consapevoli: tocca soprattutto a loro educare i figli, crescerli nel segno del rispetto verso l’altro sesso e il resto del mondo".
Si chiede, quindi, se le donne siano veramente responsabili della violenza maschile nei loro stessi confronti, Toscani dice: “Può sembrare un paradosso, ma è proprio così. Molte madri, prese dagli impegni e dal lavoro, hanno abdicato all’educazione sentimentale dei figli".
A VOI IL COMMENTO...

2 commenti:

  1. sicuramente questo tipo di campagna contro la violenza sessuale è di grande impatto e chiaramente provocatoria ,ma induce alla riflessione su di una problematica tanto delicata quale la violenza verso le donne. Non riesco, tuttavia, a trovarmi in accordo con l'affermazione fatta dal fotografo Toscani: l'educazione di un figlio infatti e la sua crescita psichica ,emozionale e comportamentale, non è imputabile esclusivamente alla madre, ma ed entrambi i genitori, alla scuola ed alla società in cui viviamo. I genitori ,in primis ,debbono impartire i giusti insegnamenti e essere loro stessi da esempio comportamentale per il bimbo, al fine che comprenda il modo corretto di relazionarsi con l'altro sesso e cresca in maniera sana ed equilibrata, ma anche la scuola e la società debbono essere in grado di contribuire attivamente alla formazione ed e ducazione del bambino. Mi chiedo quanto una società che scimmiotta la parità dei sessi e il rispetto per la donna , possa essere all'altezza di tale compito.
    E' triste che un fotografo che si attiva per promulgare una campagna contro la violenza finisca col colpevolizzare ,seppur indirettamente, coloro che tale violenza la subiscono: le madri...le donne!

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  2. A mio avviso c'è la possibilità di incontrare casi particolari in cui una madre non si comporti come tale..
    Tuttavia ritengo opportuno sottolineare,che non è possibile il fatto che in ogni settore siano SEMPRE le donne a sbagliare : se subiamo molestie di qualunque genere ,a volte,è colpa nostra ,perchè potremmo indossare abiti più sobri;(dov'è la liberta???)
    se gli uomini tradiscono ,è colpa nostra perchè li abbiamo in qualche modo necessariamente sedotti;
    se lavoriamo è un errore,perchè dovremmo pensare solo alla famglia ed ai figli..ma nel momento in cui lo facciamo,gli uomini si lamentano ugualmente,perchè non contribuiamo economicamente..e nel momento in cui siamo madri lavoratrici allora i figli crescono male...ed è SEMPRE e solo colpa nostra!
    Il problema di fondo è la società maschilista..oltre a queste sentenze assurde,basti pensare che in passato il reato di adulterio, se commesso da una donna era sanzionato in modo più grave rispetto a quello dell 'uomo! Ritengo che l'unica colpa che abbiamo è quella di lasciare che le cose continuino così,quella di permettere a questa "società maschilista" di trattarci come degli oggetti ...di scendere a compromessi..quella di essere in poche a farsi sentire davvero ..è questa( secondo il mio mdesto parere )la nostra pecca più grande ...DONNE !!

    Autore Diana Link n.d.

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